E’ l’alba, il gallo canta sempre come un orologio svizzero. Dopo questo testo compiuto, ho rispetto di aggiungere poche righe. Sembra una poesia in prosa.
Vorrei affacciarmi dalla finestra per guardare fuori l’immobilità della vita, che caratterizza questi orari insoliti, ma la pancia m’impedisce di riuscirci. Mi intima di stare indietro, quel tanto che non mi consente di vedere verso il basso, ma di tenere sempre e solo lo sguardo verso l’alto. E’ una sensazione strana, ma simbolicamente pregnante.
Una madre anche se percepisce che potrebbe non farcela, pure nel peggiore dei modi… non guarda mai il basso dei suoi piedi, va oltre, l’orizzonte ha sempre la meglio. Forse non lo diciamo, ma sono certa che ognuna di noi medita in cuor suo, che potrebbe anche morire nel dare alla vita eppure non ci spaventa. O almeno per me, e mi auguro non per gli ormoni, la forza della vita che sento andare oltre me stessa, non mi getta nel panico di questa remota ma possibile eventualità.
La citazione viene sempre dal libro di Concita De Gregorio già proposto in occasione del duello Pippi-Pinocchio e dalla sottoscritta ampliato ad Hello Kitty.
Nascere porta con sé anche la morte, lo diceva anche Giovanni nel suo commento al post sui padri.
Morirò? Si, in ogni caso un po’ morirò, nel fisico e nell’anima. E’ un’opportunità. Chissà se il post partum rientra teologicamente nelle forme di risurrezione. Ci parlano solo di depressione. Magari aiuterebbe.
La mia pancia si è abbassata molto, il davanzale su cui poggiavo le braccia comodamente non esiste più, sento che Viola spinge, è incanalata per essere tirata nel mondo da braccia accoglienti. Percepisco che il momento della “bella morte” potrebbe essere sempre, questione di giorni…
L’unico desiderio che mi porto dentro è quello di trovare un’affamata della vita come quest’ostetrica. Un’amica che come Caronte farà con me questo trapasso benefico. Che sarà complice anche con mio marito.
Sono stati 9 mesi di forte medicalizzazione; alcuni approcci li ho detestati con tutta me stessa. La nutrizionista, una donna davvero in gamba, che in questi ultimi 2 mesi mi ha letteralmente liberata da questa modalità di alcuni suoi colleghi tutta protesa alla malattia, l’altro giorno salutandomi mi ha detto: “Sono certa che la tua prossima gravidanza si concluderà con un parto in casa accompagnata prima e durante solo dall’ostetrica”.
Senza essere assoluti e firmare un parto in casa, prima di aver vissuto il primo all’ospedale… però si, se le condizioni di salute lo permettono, riprendiamoci tutta l’anima di vita, senza patemi ospedalieri, che scorre in questa esperienza.
Mercé Anglada è un nome che racchiude come ringraziamento tutti i nomi di donne che sono state capaci o lo sono tuttora di accompagnare nel dare alla vita. Pensando alla “vocazione” dell’ostetrica mi viene in mente ciò che potrebbe essere un prete per le persone, futuristico? Chissà, magari si potrebbe cedere qualche ora di lezione di quelle che si tengono in seminario a donne come Mercé. Va beh, non ci compete.
1 commenti:
Vera poesia il racconto di Mercè.
Soprattutto in questi giorni in cui un’amica ha dato alla luce Alice, che entra in questo nostro paese, riconoscendolo pieno di meraviglie.
Magari avvertire nei nostri giorni senza moglie e con l’agenda che continuamente sbalza per chiamate che si succedono senza ordine ed orario, che stiamo affrontando il combattimento della vita che si apre, cresce, matura e ci supera.
L’altra impressione forte per me sta nell’iniziare alla vita, che in Mercè è esistenza vera, carne e sangue, la nostra di preti è più difficile da rintracciare e sempre più spiritualizzata.
Facciamo poco i conti con il corpo ed i sentimenti, con doglie e contrazioni. Con aperture che schiudono, anche morendoci dentro alla forza di una vita nuova e diversa.
Abbiamo parole così celesti da non sfiorare neppure più la terra e tali da non camminarci sopra con la gioia profonda di essere uomini qui.
Però la poesia c’è tutta e meriterebbe di sicuro lo spazio dove ci educhiamo e cresciamo, per condividere di più questo avvolgente mistero e guardarlo nella sua pienezza.
Mi piace molto l’immagine tua che guardo solo alto, credo sia vero perché sei fortemente ancorata nel tuo grembo alla terra, non diversamente da così.
Grazie dei viola pensieri, questa bimba è già venuta al mondo e un po’ nostra!
Sta bene
dleo
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