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giovedì 28 ottobre 2010

violapensiero n°22


“Il cuore è sempre stato associato alle nostre emozioni, come in “cuor contento”, “cuore infranto”, “buon cuore”, eccetera. La cultura occidentale ha in buona parte ritenuto che le emozioni fossero superflue, una faccenda di ormoni femminili instabili o un segno di condizioni patologiche. La nostra società tollera con indulgenza che si parli fino alla nausea dei mali del mondo, da tutte le angolature, e che ci si consideri informati e intelligenti a farlo; ma se qualcuno è sinceramente euforico e felice, o profondamente triste e arrabbiato, e lo esprime, viene considerato una “Pollyanna”, poco realistico, disinformato o semplicemente “fuori controllo”.
A causa di questo stigma sulle emozioni, tendiamo a scoraggiare il normale sviluppo emotivo dei nostri figli. Negli stadi precoci dello sviluppo emotivo i bambini sono acutamente consapevoli delle emozioni dei loro genitori, e li mimano fisicamente per imparare. Questo processo si manifesta in modo goffo e grossolano sotto forma di bizze o di un’esagerata eccitazione ed entusiasmo, che può venire etichettata come iperattività. Se si consente al bambino di esplorare la sua emotività, questi impara come sentire ed esprimere responsabilmente le emozioni, impara a fidarsi dei segnali del proprio corpo, delle sue reazioni di cuore e “di pancia” che, come dimostrano le ricerche, in genere sono esatte. Questo sviluppo dona al bambino, e alla persona, una vita ricca e appassionata e la capacità di connettersi profondamente e intimamente con gli altri e con il mondo.
Le emozioni guidano ogni parte della nostra realtà, strutturano la nostra intelligenza, la nostra capacità di riflettere a un alto livello formale, e creano nuove ed interessanti cose e idee. Le emozioni generate dall’insieme cuore-amigdala in connessione con i lobi frontali forniscono intuizioni che producono e simpatia, altruismo, decisioni chiare e azioni corrette. L’empatia è una delle emozioni più importanti che si possano sviluppare all’interno della struttura di una casa, un vicinato, una società e una comunità globale amorevole. L’empatia che fornisce uno specchio per divenire consapevole dei nostri sentimenti e connetterci in modo più intimo con noi stessi attraverso gli altri. Più una persona riceverà empatia, più diventerà “integra” ed empatica, e più la sua funzione cerebrale sarà coerente. I bambini più empatici hanno migliori risultati ai test SAT, del quoziente d’intelligenza e ai test scolastici, rispetto a coloro che non hanno sviluppato l’empatia.
Oggi nella nostra società sono in aumento le emozioni immature ed estreme. L’antropologo Larry Peters ritiene che questo abbia a che fare con la mancanza di un forte contesto familiare e di riti di passaggio significativi. I riti di passaggio sono una componente integrale di altre culture, e permettono all’intera famiglia di riconoscere e celebrare periodicamente il bambino come una persona importante e reale. Peters pensa che queste emozioni estreme siano un modo per comunicare l’angoscia e “un tentativo di autoguarigione in una cultura deprivata di ogni contesto integrativo spirituale e rituale”. Le emozioni mature ci permettono di provare compassione, altruismo, empatia e amore. Per me, avere il controllo significa consentire ed esprimere emotivamente tutti gli aspetti di ciò che sono autenticamente, e celebrarli in modo responsabile (rispondendo ad essi). Da bambini (già in utero) cominciamo a percepire la sicurezza o le minacce del nostro mondo, assimiliamo un insieme di convinzioni e matrici di pensiero, e quindi costruiamo la nostra realtà. Via via che costruiamo un’abitudine alla coerenza, cominciamo a capire che cosa significa “essere” un potenziale illimitato, profondamente connesso con ogni cosa; e la vita si espande verso una magnifica avventura d’amore...”

Carla Hannaford, Risvegliare il cuore bambino
Come stimolare la crescita felice del bambino
attraverso il dialogo, il gioco e il contatto con la natura


Questo libro, che mi preme far conoscere, ha la stessa età di Viola. Fresco fresco… Sfornato a settembre 2010 è una delle ultime chicche delle edizioni AAm Terra Nuova. Carla Hannaford è biologa e insegnante americana che vive tra le Hawaii e il Montana. E’ consulente nelle scuole elementari e medie per bambini con difficoltà di apprendimento. Dalla citazione penserete ad una pubblicazione “cuore e amore” e invece è uno dei pochi libri scientifici che ho letto nella mia vita. Solo alcune pagine scorrono veloci come quella scelta per violapensiero. Altre sono molto dense di concetti scientifici che potrebbero interessare qualsiasi adulto. A partire dal desiderio di proteggere il bimbo dallo stress materno (fin dall’utero), dai traumi, dalle fonti esterne di inquinamento e di stimolarne i sensi, il linguaggio attraverso la natura, la musica, il gioco, il contatto fisico, l'autrice giunge a spiegare come lo stress modifichi in primis l’organismo e la sua funzionalità nell’adulto e come le persone si mettano in comunicazione attraverso la mente ma anche attraverso il cuore. Le onde che scaturiscono da questo organo straordinario. Nell’accompagnare il bambino in questa esperienza, l’adulto può ritrovare un senso di appartenenza e una sensazione di armonia e sicurezza con il mondo circostanze. Esercizi fisici e illustrazioni scientifiche, meditazioni e citazioni. Un libro difficile da incasellare in un genere con traiettorie di pensiero alternativo ma con un grande senso di concretezza e di sperimentazione. Nell’educare il bambino a non perdere il suo “genio”, l’adulto risveglia il suo cuore bambino; dialoga con l’infanzia che riposa nella sua personalità e si riappropria di uno sguardo di minor pre-giudizio sul mondo. Ritrova la creatività che per l’autrice nasce da un luogo di giocosa spontaneità fuori dal tempo, dove non vi è autoconsapevolezza né timore di fallimento. Un flusso. Una condizione nella corrente momentanea della coscienza.
Due film recentemente mi hanno fatto riflettere sulla comunicazione che avviene a partire dal cuore. E che Carla Hannaford descrive nel dettaglio del suo libro gettando un orizzonte scientifico e non solo filosofico.
Dicevamo due film. Agli antipodi. Un film in cui si piange. Un film in cui si ride.
Un Pupi Avati. Si perché ne sforna così tanti, che sembrano i capi della collezione invernale di uno stilista di cui arriverà anche la collezione primaverile. Uno che in passato al cuore ha pure dedicato un film: Il cuore altrove. E che nel suo ultimo Una sconfinata giovinezza mostra proprio come la nostra vita sia fatta di mente e cuore e cosa capiti quando rimane solo il secondo. Come un bravissimo Fabrizio Bentivoglio, malato, sperso “altrove”, ritrovi in toto quel “cuore bambino” che lo porta ad essere il figlio che lui e la moglie non hanno mai avuto, malgrado l’avessero desiderato così tanto. Una Francesca Neri, contesa tra il relazionarsi a tratti con la mente, a tratti con il cuore, che rimane in bilico tra il difendersi da questo essere primitivo, infantile e l’accudire finalmente il bimbo che non ha mai portato in grembo.
E un’animazione. Geniale. Divertimento senza intervalli. Cattivissimo me che ricorda, rischiando la banalità ma superando la sfida a pieni voti, come i bambini si avvicinino agli adulti senza nessun interfaccia. Con – tatto. E come percepiscano, oltre le bucce della mente che imprigionano i nostri corpi, che ci siano delle onde più che positive che si diramano dal nostre cuore. Come una mummia che vuole srotolarsi dalle bende e fuggire dalla Piramide. Così le tre inseparabili orfanelle, Margo-Edith-Agnes, svestono Gru dalla sua cattiveria e lo rimettono in dialogo con il piccolino che sopravvive nello spilungone. Prima viveva senza cuore. Ora tre cuori bambino lo riportano al centro di se stesso.
Se le emozioni non trovano sfogo, oer la Hannaford, l’individuo impara precocemente a costruire la sua armatura. L’uso sfrenato di questo scudo lo allontana dal suo corpo e interiorità. I bambini invece ci educano ad ascoltare le emozioni. Amare i bambini, è imparare a conoscere e ad amare se stessi. E’ tornare a comunicare con il cuore. Il calcolo della mente trova il poderoso argine della spontaneità del cuore.

Se avete voglia, buona lettura o buona visione!

1 commenti:

Unknown ha detto...

Mi hanno tradotto il testo che spiegava il messaggio che l'autore voleva trasmettere nel realizzare quel cartun "cattivissimo me",di messaggi ce ne potrebbero essere tanti ma il tema di base che lo stesso vuole sottolineare parla di un tema meraviglioso che famiglia è quando ci sono piu di una persona assieme indipendentemente da chi sono,e che l'amore è solo comprensione indipendentemente da chi comprende.........

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