significato blog

Vieni a trovarci sul nuovo sito www.violadelpensiero.it


martedì 3 agosto 2010

violapensiero n°7


“Meno 6 mesi, 2 settimane, 6 giorni

Lui





Qui bisogna fare due conti. Banale, prosaico, inelegante, ma necessario. […] Cominciamo tagliando il superfluo. Per dire: è ormai un anno che in casa usiamo detersivi biodegradabili al 100%. Detersivo per i piatti, per i vestiti (che laviamo a mano: la lavatrice è un lusso che ancora non c’appartiene), ma anche sapone per le mani e per la doccia (per le parti intime, siamo affezionati ai buoni vecchi inquinanti. Ma questa è un’altra storia). E’ un gesto di cui ci vergogniamo un po’. Perché l’ecologia ha un prezzo e anche sentirsi buoni, sentirsi civili – non so bene come definirlo – ha un prezzo. Pure alto. Paghiamo 8.75 euro il boccione di detersivo per le mani che potremmo avere ad un quarto. Trovo del tutto imbarazzante che questa pace costi. […] Lavando i piatti pensavo al risparmio. Ed è stato immediato concludere: si ritorna al vecchio sapone Esselunga, o Standa o Auchan. Neanche una marca di quelle che fanno pubblicità, di quelle che si sa che sgrassano da matti, basta proprio il sapone entry level di un supermercato ( per usare un gergo da aziendalismo allegro). Però. Per chi ho comprato il sapone che puzzava e mi costringeva a vergognarmi fino a oggi? Perché ho spento il led del televisore? Ho detto a mia mamma di non comprare più lacca? Perché cerco di fare la differenziata per bene? La risposta è semplice: per chi verrà dopo di noi. […] La cosa si complica. Fino a quando questi posteri erano gente a me sconosciuta, invisibile e intangibile ero in grado di farlo. Poi, ora che la specie si protrae anche attraverso di me. Ora che un postero, lo instrado io giù per il mondo, ecco, proprio ora mi metto a pensare ma andate tutti a cacare. Pensiamo a noi stessi, tanto gli scienziati qualcosa si inventeranno […] Le nonne sono morte da tempo, ma sono sicura che se avessi chiesto loro: “Nonna, hai mai pensato di non avere bambini?”, loro non avrebbero capito la domanda. […] Si nasce, si muore, ci fa delle grandi risate in mezzo, ci si spacca la schiena , e si fanno i figli. Mi avrebbe detto così. […] Come si fa a parlare di futuro, in un paese che non vuole la responsabilità dei figli? No, meglio mettere il tappo, riempire il lavello d’acqua, insaponare tutto, e poi risciacquare.”

Arianna Giorgia Bonazzi e Arnaldo Greco

Sopravvivere all’attesa – Manuale per giovani coppie



Per il toto citazioni del violapensiero: non sono finiti i libri e non si rinizia il giro con quelli già menzionati. Anzi, se Viola non è pronta per essere sfornata, ce ne sono in coda parecchi che vorrei condividere, ma per le pari opportunità volevo dare la possibilità anche al “lui” di questo diario citato nel violapensiero n°5 di dire la sua su un tema, che mi sta proprio a cuore (e a portafoglio!).

Ho appena finito una colazione tutta biodegradabile, in questo caso per il mio fisico, che fa comunque parte dell’ambiente e dell’ecologia a pari merito, che mi costa giornalmente una media di 3 euro. Di solito si fa colazione a casa, e non al bar per risparmiare: nella pasticceria più rinomata di Padova mi costerebbe meno (è ammesso il toto scommesse anche sulla pasticceria!!). Il nostro bancomat viene strisciato in media 3-4 volte alla settimana al negozio biologico raggiungibile a piedi. Almeno la benzina non ha voce in bilancio. Vi tralascio gli importi e spero sempre che Mauro, da statistico, non tracci una curva dettagliata delle nostre spese bio. Quel giorno nell’alta padovana il cielo si oscurerà.

Per rimanere sui detersivi proprio ieri: un multiuso + la polvere per la lavastoviglie = 11€. Bisogna ammettere che la polvere mi dura tanto e consumo una quantità di detersivo inferiore alla classica pastiglia. Rimangono sempre 11€ (non sono pochi per due detersivi) e il nostro livello di vita non è molto diverso dagli autori del manuale di sopravvivenza all’attesa. Forse un po’ meno precari. E al bio, almeno in estate, compriamo solo la frutta, perché in questo periodo abbiamo ben due orti delle rispettive famiglie che intasano il frigorifero di verdure freschissime, altrimenti la curva dei costi crescerebbe in modo esponenziale. Ci sostengono motivazioni, oltre che ecologiche, anche di salute, che posticipo ad un altro post, perché si aprono pensieri sulla medicalizzazione della gravidanza su cui voglio tornare e spero prima della “rottura del tappo”.

Non vi nascondo che il pensiero di “Lui” si respira anche nella nostra famiglia e il senso di frustrazione è grande. Mi piace l’espressione “proprio ora che ne instrado" uno tutto mio. Si proprio ora, nel momento della testimonianza ravvicinata, un figlio tutto tuo con cui dare il meglio di te, dei tuoi valori e delle tue convinzioni per cui t’impegni da anni, i conti alla mano ti impediscono di farlo. Anche mettendo in atto le strategie di condivisione beni con parenti e amici, cercando di non lasciare spazio al superfluo che un marketing violento ti propone come essenziale per nove mesi, un figlio porta con sé già nella gravidanza e nella fase di allestimento concreto per l’arrivo dell’erede in casa, dei costi molto impegnativi che, da come ci dicono tutti con tono allarmante, andranno solo aumentando per “enne” anni.

Siamo come questa coppia: a parte la carta igienica (anche noi abbiamo qualcosa che è rimasto inquinante), tra negozio super bio e linea bio della Coop in questi anni c’abbiamo provato a fare la nostra parte. Abdicare per l’arrivo di un figlio, ti fa sentire idiota. Si, idiota. La famiglia è la culla della condivisione di uno stile di vita e rischi di condividere solo che non ti puoi permettere l’ecologia. E non perché non rinunci al ristorante o ai viaggi: già tagliati!

Come mi si addice, invece di ipotizzare quali spese biodegradabili tagliare, approfittando di questo approccio al femminile del marito di questo periodo (non rischio lo sgozzamento!) ho alzato il tiro. Sono stata nello storico negozio Zut in centro a Padova e ho acquistato due prototipi di pannolini lavabili. Si chiamano “Popolini”. Dal nome che fa simpatia, anche nel vederli, sembra tutto semplice come un film di Walt Disney. Un po’ meno il corredo che accompagna la messa in uso di questa filosofia lavabile.

Ho ipotizzato questo uso “reciclabile”, perché penso che la massa illimitata di rifiuto secco che determina la prole di cui ci facciamo carico, non abbia niente da invidiare alla marea nera che da mesi fa imbiancare quotidianamente Obama. Ma come tutte le scelte di un certo impatto va valutata in coppia e allora eccomi tutta fiera a casa con i miei due popolini e con un’ipoteca simbolica già pendente sopra di me: di 2 di diversi modelli ho già speso all’incirca 30€. Spiego a mio marito come funziona il tutto:

- Ne servono almeno una ventina per riuscire a dare il giro alle espulsioni poco poetiche, che Viola non mancherà di regalarci. Per chi non ha ancora confidenza, in alcuni periodi si va anche sugli 8 pannolini al giorno. Vendono delle valigette di popolini da 10 pezzi che si aggirano in base ai modelli su una media tra i 130€ e i 150€. Servirebbero almeno due valigette.

- Gli illustro i vari modelli e gli elementi pro e contro di ciascuno.

- Rincaro la dose dicendo che bisogna acquistare le mutandine della stessa linea per evitare lo sconfinamento della marea nera.

Vi lascio immaginare la faccia di Mauro in tutto questa mia promozione. Mi guardava come quando mi dice “Non stai presentando un film, non serve che attivi tutte le strategie di comunicazione…”.

Seriamente: ne guadagna in benessere 1. il culetto di Viola, 2. l’ambiente e 3. il bilancio familiare. Spenderesti di pannolini usa e getta comunque molto di più delle 300€ delle due valigette. Il tutto farebbe propendere per la tesi “adotta un popolino” da far girare tra gli amici, che non sanno cosa regalarti con 10-15 euro senza che il loro investimento finisca in un cesto infinito di giocattoli riesumati anni dopo solo dalla Pixar in Toy Story 4. Secondo voi è così semplice?? Magari, come un’alimentazione sana l’ecologia  costa in termini monetari e in termini di tempo e stile di vita.

Tre stadi si frappongono tra noi e il nostro dovere di buoni cittadini:

a) Dopo uno shock iniziale, presumo sia superabile lavare la cacca di tuo figlio (anche se metti della carta bio tra il culetto e il popolino, così mi ha spiegato il signore di Zut, qualcosa sborderà…).

b) Anche se avrai mille incombenze domestiche, poppate infinite, “enne” lavori extra da continuare a fare per sopperire al calo per maternità di uno stipendio già di suo “ecologico”, biodegradabile ma per il bilancio aziendale… forse ce la farai a fare le lavatrici no stop per non rimanere senza popolini. Un plotone di mamme, comprensibilmente esauste, mi ha già detto: “ti aspetto al varco dopo un mese di vita di Viola, altro che popolini… semplifica tutto quello che puoi”. E sarà pure vero anche questo…

c) Ma il vero dramma è asciugarli nell’inverno della pianura padana. Ovviamente, se non hai l’asciugatrice che non possiamo permetterci, men che meno in bolletta! Ma allora dobbiamo acquistare ancora più valigette e una signora che ti aiuti in casa?

All’offertorio del Battesimo mi vedo già un popolino innalzato al cielo della chiesa dalle mani del celebrante.

In un negozio bio che frequentavo anni fa vicino alla mia casa precedente, le auto dei clienti che arrivavano erano al 90% dei Suv immensi che prendevano due parcheggi. Al tempo, senza le spese di una vita a due fuori di casa, mi chiedevo se anche l’eco è un lusso, ora ne sono certa.

So che siamo passati dalle riflessioni filosofiche alla cacca di Viola, ma accumulata con quella di molti altri suoi coetanei la questione diventa filosofica, politica, civile. Vorrei risparmiare all’ambiente 1825 pannolini (una media di 5 pannolini per 365 giorni). Vorrei continuare a fare la spesa bio. Ma è davvero possibile per una famiglia normale? Parliamone.

p.s. E noi non siamo poveri. Ci sono famiglie messe a dura prova che non si pongono nemmeno la scelta del supermercato: solo discount. Tra tutte le ingiustizie i poveri hanno anche quella di inquinare?


4 commenti:

Violapensiero ha detto...

Michele Frasson mi ha dato la dritta che anche le Ipercoop si stanno attrezzando con i popolini... i costi sono gli stessi che ho indicato nel post, ma è un segnale rincuorante che la grande distribuzione inizi a tenerne conto. Segnalo a titolo di esempio il comunicato stampa delle ipercoop toscane.


Pisa, 30 giugno – Addio ai pannolini monouso. In quattro ipermercati Coop, a Sesto Fiorentino, Cascina, Ponte a Greve e Pisa Cisanello, arriva infatti l'alternativa eco-lavabile. Si chiameranno "popolini", i pannolini lavabili in lavatrice, pensati per essere l'alternativa ecologica ed economica per tutte le famiglie. Si tratta, in realtà, di un ritorno alle abitudini del passato, ma con cotone biologico e fibre tecniche di ultima generazione, come quelle utilizzate per gli indumenti sportivi, che evitano il surriscaldamento delle parti più sensibili. Con l'uso dei nuovi pannolini il risparmio sembra assicurato. Stimando una media di 5 pannolini usa e getta al giorno per circa 3 anni, al prezzo medio di 0,23 euro ciascuno, ogni famiglia spende quasi 1.300 euro per ogni bambino; mentre con l'acquisto di 20 lavabili e di due paia di mutandine si spendono 300 euro e, se arriva un altro figlio, si potranno riutilizzare. I popolini si lavano in lavatrice, senza ammorbidente, sono muniti di bottoncini automatici che permettono di regolare la taglia.
La scelta ha un'immediata ricaduta anche sull'ambiente, considerando che per ogni bambino si avrebbero circa mille chili di pannolini usa e getta in meno nel cassonetto.

Lietta79 ha detto...

se vendessero i popolini a rate?con finanziamento e mutuo pagabile in 24 mesi?...tanto per due anni il tuo bamibno li usa, poi magari ne fai un altro di figlio, non perché in realtà lo vuoi tanto, ma per ammortizzare il costo dei popolini...una figata, ahn?famiglie sistemate. basta mutui per le vacanze o per la macchina!il nuovo futuro delle finanziarie potrebbe essere questo. popolini a soli 10 € al mese. a parte gli scherzi, 300€ son tanti da tirar fuori, ma se si avesse un po' di lungimiranza...boh. non saprei, non facciamo neanche noi parte delle famiglie povere, ma povere davvero.forse in ospedale,nella valigetta regalo con tutte quelle minchiate tra creme, cremine, salviettine ecc., potrebbero metterci 10 popolini. sarebbe un bell'incentivo, una buona educazione per le famiglie e un aiuto concerto all'ambiente e ai portafogli. si potrebbe promuovere no?ciao! Lietta

Anonimo ha detto...

Ciao Arianna! Intanto grazie per queste riflessioni che alietano anche il mio periodo d'attesa...e grazie anche per il coraggio di condividerle aricchendo le gionate dei lettori. Credo che le mie resteranno personalissimi file nel mio computer che forse un giorno riesumerò in memoria di questo periodo meraviglioso che è l'attesa...
Anch'io, tentando l’esperienza di Eco-mamma, ho cercato informazioni e contenuti rispetto ai lavabili e credo sarà la scelta che io e Alessandro faremo per la nostra piccola. Ho toccato con mano i Popolini, ma non mi sono accontentata e così un giorno ci siamo diretti di persona a Pordenone al negozio Ecobaby (che si trova comunque attivissimo e ricchissimo di info anche online) e' stata una mattinata molto utile, soprattutto per toccare con mano diversi modelli di pannolini, parlare con una mamma che si è cresciuta ben tre bimbi con i lavabili (la proprietaria, Donna prima che Venditrice), e farsi un'idea un pò più ampia della cosa. Se ne avete la possibilità fateci un giro, per noi è stato proprio utilissimo...(e per me in particolare molto rassicurante per me visto che finchè non ho sentito 10 campane e toccato con mano tutto quel che posso toccare non do fiducia a nulla...). Un caro saluto, Annamaria

Violapensiero ha detto...

Mia cugina Laura mi ha passato un bel po' d'informazioni in base alla sua esperienza che posto qui sotto e unite a quelle di Annamaria rendono il panorama ecopannolini proprio più agibile. Grazie a tutte!

La politica si fa in parlamento, ma sono convinta che in queste azioni ci sia una politica più vivace, operativa e davvero intraprendente! Brave e bravi.


"Ho letto il post sui pannolini, se ti può essere d'aiuto io li sto usando con alice e mi trovo bene. non ho preso popolini, ma la marca bambino mio. i popolini mi sembra siano un pezzo unico, mentre quelli che ho io hanno la mutandina impermeabile e il pannolino di otone staccabile, per facilitare l'asciugatura....
t dico, ora che alice si muove è un casino metterli, ma da brava mamma ho imparato a fare un sacco di cose nonostante le rotazioni di alice.
io ne ho presi 18+3 mutandine impermeabili, sono carine, colorate e con lo strappo.
se devo essere sincera nn li ho usati subito perchè ad alice non andava bene la taglia più piccola (o cominciato con i pampers da 1,5Kg!!!) ma ora sono contenta. poi di notte, siccome io non la cambio mai(adesso alice fa la cacca una volta al giorno) uso gli usa e getta della moltex, li trovo da moreno a san michele (negozio bio), sono biodegradabili all'80% e non sono imbottiti di sostanze super assorbenti tipo i pampers... tra la'ltro il vantaggio di usare i lavabili stanel fatto che i bimbi sentendo la precezione del bagnato si abituano prima a farla sul vasino... ecco insomma pure io mi sono fatta una piccola cultura... ah, dimenticavo, più che posso a casa la lascio nuda!!! per il kit ho speso circa € 130 mi sembra e li ho presi a san giorgio da bambino mio. ho visto che ci sono lavabili (di altri modelli e marche però) al bimbo store e anche al baby idea a borgoricco....insomma, spero di esseri stata utile, e non preoccuparti, lavare la cacca del proprio bimbo non fa assolutamente schifo, anzi... io li metto in un secchio con un po' di bicarbonato e ogni 3 gg li lavo... se c'è solo pipì a 30 gradi altrim a 60, e se le macchie nn vengono via in lavatrice poi al sole il pannolino si sbianca da se...
unico neo, a settembre alice andrà al nido e li nn accettano pannolini lavabili, ed in + usano una marca tipo huggies... ora vedremo come risolvere il problema..."

Posta un commento